LOOK, FEEL, EXCITE
by Andrea Bruciati

(in Lavori in corso, exhibition catalogue, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Monfalcone, 18 dec. 2004 - 6 feb. 2005, pag. 11-19.)


[…] His project, his lucid ratio, extends at every meaning of seeing.

The famous declaration of Douglas Huebler - Art is not necessarily a visual experience – is a statement which the artist calls into question each time. On the contrary, he continually strives to find an objective and object based perception of the sensorial experience.

The representative and illusory capacity of the object is therefore scrupulously put to the test. The first principle in terms of method is perceived to be the re-elaboration of the visual data in function of an almoust documentary and procedural recording of the constuction of the object. His way of working therefore hinges on an investigative analysis referred to the role of perception to become a sort of ontology of seeing. A statement granted by evidence. As Giorgio De Chirico similarly recognized in Il meccanismo del pensiero, art is made by concrete and abstract elements and is connected as much to the physical world as it is to the metaphysical through a formal synthesis of colour and matter which is unfolded in thoughtworks. Maddalozzo’s vision of common perception made real, now fragmented and segmented is further dissected through a close analytical examination, unforgiving of any smudging or seduction which exists outside this mathematical calculation of this Cartesian ostentation.

Following the directions of Edmond Husserl, Maddalozzo’s phenomenological world is expressed as a first level of knowledge made alive throught experience and the perceptions which are elaborated by it. In the light of these considerations, the approach of the artist should not be understood as subjective empiricism, but as a vision founded on a scientific spirit. Reducing forms and shades of colour to their ultimate reduction does not mean arriving at an aesthetic built of few elements, but rather facing a close examination of a problem to be tackled each time in its constituent elements, searching for the ultimate necessity.

For Maddalozzo, art can be considered as an area of pure research in which the feature of non-functionality is implicit. The planning stage is central for the artist. Imagination and realization, physicality and conceptual dimension are synthesized in order to polish a different semantics.

The partial iconographic bringing together of design and the field of architecture is therefore only on the surface: the operational method of the artistist is indeed philological in the sense that is searches for a syntax that lies between aesthetc form and a given of nature.

Look, feel, excite.


GUARDARE, SENTIRE, EMOZIONARSI
di Andrea Bruciati

(in Lavori in corso, catalogo della mostra, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Monfalcone, 18 dic. 2004 - 6 feb. 2005, pag. 11-19.)


[…] Il suo progettare, la sua lucida ratio, si estende ad ogni accezione del vedere.

La celebre dichiarazione di Douglas Huebler – Art is not necessarily a visual experience – è un’affermazione ogni volta posta in discussione dall’autore che, al contrario, cerca continuamente di ravvisare una percezione oggettiva e oggettuale dell’esperienza sensoriale. La capacità rappresentativa ed illusoria dell’oggetto viene pertanto scrupolosamente testata: principio primo risulta essere, a livello di metodo, la rielaborazione del dato visivo in funzione di una registrazione quasi documentaria e procedurale della costituzione dell’oggetto. Il suo operare verte pertanto su una analisi investigativa in riferimento al ruolo della percezione, per divenire una sorta di ontologia del vedere. Una proposizione garantita dall’evidenza. Come in maniera similare ravvisava Giorgio De Chirico ne Il meccanismo del pensiero, l’arte è composta da elementi concreti ed astratti ed è legata tanto al mondo fisico quanto a quello metafisico attraverso una sintesi formale, di colore e materia, che si esplicita in opere-pensiero.

La visione attualizzata di Maddalozzo, ora frammentata, parcelizzata del comune sentire, viene sezionata ulteriormente in una disamina analitica, impietosa verso qualunque sbavatura, o seduzione che sia al di fuori di questo calcolo matematico, di questa ostentazione cartesiana. Seguendo le indicazioni di Edmond Husserl, il mondo fenomenologico di Maddalozzo si esprime come primo livello di conoscenza vivificata attraverso l’esperienza e le percezioni che da questa vengono elaborate. Alla luce di queste considerazioni, l’approccio dell’artista non va inteso quale soggettivo empirismo, ma come visione che erge su uno spirito scientifico. Ridurre forme e cromie al grado zero non significa pervenire ad un’estetica costituita di pochi elementi ma al contrario porsi dinanzi alla disamina di un problema, da affrontare di volta in volta nei suoi elementi costitutivi per cercare le necessità ultime.

Per Maddalozzo l’arte può essere considerata area di ricerca pura dov’è implicito il carattere di non funzionalità.

La fase progettuale risulta centrale per l’autore: immaginazione e realizzazione, fisicità e dimensione concettuale si sintetizzano al fine di incerare una diversa semantica. Il parziale accostamento iconografico al design e alla sfera architettonica è pertanto solo in superficie: la metodologia operativa dell’autore risulta infatti filologica nel senso di ricercare una sintassi mediana tra forma estetica e dato di natura.

Guardare, sentire, emozionarsi.